Presenza di mercurio, effetti sconosciuti sulle donne incinte, additivi pericolosi, medici che non si vogliono vaccinare; la campagna di prevenzione ministeriale contro l'influenza A è entrata nel vivo, ma sono molti di dubbi che attanagliano la popolazione e i camici bianchi sulla sicurezza del vaccino. Lo si legge su La Stampa
«"Con i miei assistiti - riporta il quotidiano torinese - ho un rapporto di fiducia e non mi sentirei di consigliare nulla di non abbastanza sperimentato, nel cui stato di conservazione compare il mercurio": in Veneto la posizione del dottor Domenico Crisarà, oltre mille mutuati, fra cui 350 ultra sessantacinquenni, sta facendo discutere: "Manca meno di una settimana all'arrivo dei flaconi e noi medici di famiglia non sappiamo se dev'essere somministrato in una sola iniezione o in doppio richiamo". Spaventano i possibili rischi collaterali, certo non aiuta la richiesta di firmare il consenso informato prima dell'iniezione: "Prassi insolita", commenta Crisarà».
«Sono tre - si legge ancora - per il momento, i vaccini «autorizzati» dall'Emea, Agenzia Europea per i medicinali. In Germania quasi tutti i medici avrebbero scelto il tipo senza adiuvante. Altro segnale d'allarme. Il professor Giorgio Vettori, presidente della Società Italiana di Ginecologia e Osterica (Sigo), parla chiaro: "Oggi non conosciamo la risposta immunitaria in gravidanza, ma sappiamo che in gravidanza i rischi di qualsiasi complicanza sono quattro o cinque volte superiori". Le future mamme "possono sottoporsi la vaccino, ma senza adiuvante". Il professore sostiene che "è bene siano vaccinate soprattutto le donne in attesa che hanno altri figli all'asilo o a scuola dove il virus circola, oppure donne in gravidanza che lavorano ancora, a contatto col pubblico"».
«E' soprattutto sui bambini - prosegue l'articolo - che i pareri sono contrastanti. Pediatri assolutamente favorevoli contro colleghi irremovibili nello scoraggiare i genitori. "La somministrazione del vaccino ai bambini - commenta il professor Gianni Bona, vicepresidente pro-vaccinzione della Società Italiana di Pediatria - è sempre stata considerata uno strumento per limitare il rischio di contagio tra adulti e anziani"». I bimbi sono un ottimo veicolo di trasmissione: «Purtroppo i primi risultati in America dicono che l'efficacia del vaccino, per i bimbi, è più bassa di quanto si sperasse: 25 per cento il tipo senza adiuvante, 40 per cento quello con l'adiuvante».